giovedì 8 maggio 2014

Pensieri Distratti....

Spero di non urtare la sensibilità di molti amici, oggi tristi, attoniti, ancor che arrabbiati per la scomparsa di Elena, una ragazza che non posso certo definire amica, ma che conoscevo bene. E il ricordo del suo volto e del suo sorriso mi è vivo come se fosse di fronte a me. Ma chi mi conosce (davvero) sa bene quale sia il mio rapporto con la morte. Io non ho paura della morte. Ho altre paure, soprattutto riferite alle persone che amo. Ma non della morte.La considero una delle tappe della nostra vita. 
L'ultima mi verrebbe da dire. La penultima, o la prima di una nuova vita dicono i credenti. Io che la fede non dico di averla persa, ma diciamo accantonata in attesa di comprensione, ho con la morte un rapporto di rispetto. Non credo che tolga qualcosa. Certo toglie la presenza di una persona a cui abbiamo voluto bene, rispettato o anche solo marginalmente conosciuto. Ma la morte in se regala anche attimi di meditazione interiore profondi, per chi sa ascoltare il proprio cuore. Quando succede mi capita di desiderare che non sia accaduta per i cari della persona scomparsa, per rispetto della loro sofferenza profonda. Ma non ho questa dote miracolante. Come nessuno d'altronde. Ho ho però una cosa che abbiamo tutti nel cuore..Si chiama pietà. Mi resta solo un senso di rispetto e ringraziamento verso la persona. Per ciò che mi ha lasciato. Per i ricordi che mi legano a lei. E' successo poche settimane fa andando a "trovare" i miei nonni al cimitero. Mi è successo il 29 Aprile con il mio fraterno amico Mimmo, così come mi è successo una settimana fa, ricordando che fosse passato già/soltanto un anno dalla partenza di Beppe. Mi rimane oggi per Elena, troppo giovane si dirà per morire. Ma senza voler scomodare Nietzsche e la filosofia io tendo a dividere la reazione umana immediata da quella che interiormente provo. Immediatamente, ogni qualvolta mi viene data una notizia come questa, istintivamente penso alle cose belle di quella persona. Non lo so perchè. Lo è da sempre, da quando bambino (era l'agosto 1980) sognai la mia bisnonna che mi venne a salutare. ricordo perfettamente quel sogno. Pochi giorni dopo i miei genitori vennero a prendermi, a Marina di Massa, dove ero in colonia. Sulla via del ritorno, passata in silenzio per quasi tre ore, ci fermammo ad Arona, scesi dalla macchina con mio padre per un gelato. Ricordo perfettamente che voltandomi vidi mia mamma che aveva gli occhi gonfi. Preso il gelato mio padre mi disse "devo dirti una cosa". "La nonna Bi (cosi la chiamavo) è morta" risposi io.."come lo sai?" "me lo ha detto Lei". Non ero triste. Ero arrabbiato perchè non mi aveva aspettato. Non era malata, poteva anche aspettarmi, che diamine...ripensandoci a oltre 30 anni di distanza, credo che sia stato allora che ho smesso di aver paura della morte. Ora per me è solo una centrifuga di sentimenti, che svariano dalla rabbia alla gioia. Sembrerà folle. Magari fantasiosa come ricostruzione, ma giuro che è ciò che è stato e ciò che è il mio rapporto con la morte. Una forma di silenzioso, a volte nemmeno troppo, rispetto reciproco. Sembrerà strano, ma mi ritrovo spesso a immaginare "il mio giorno". Non so quando, ma vorrei che fosse un giorno di pioggia e che apparisse il sole uscendo dalla chiesa (si lo so può sembrare teatrale, ma sfido chiunque a desiderare un finale anonimo. Anche il più umile). Vorrei che non ci fosse una sola persona che piange, ma solo persone che siano state felici di conoscermi. Chi non ha avuto stima di me, vorrei che se ne stesse a casa. rispetto la disistima, non l'incoerenza. Il giorno che morirò vorrei anche solo una persona, mi basta una sola, che abbia un pensiero delicato come oggi ho avuto io sapendo di Elena, tramite un social network. Che non era mia amica, ma mi ha lasciato il suo sorriso come ricordo e il suo modo di sistemarsi gli occhiali con l'indice. Lei, come Mimmo, come Beppe...ma anche come caio, tizio e sicuramente anche sempronio in ognuna delle persone a cui hanno lasciato qualcosa non moriranno mai....
Io, beh io ci sto lavorando...ma datemi ancora tempo però....ho i miei limiti. Mal che vada vi lascio il mio blog...



Non vi è rimedio per la nascita e la morte, salvo godersi l'intervallo
Arthur Schopenhauer 



2 commenti:

  1. Amico, belle riflessioni. Ma tu te ne andrai quando i blog saranno condivisi telepaticamente.

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  2. E poi perdi il tuo papà e anche se sei adulta, ti senti persa. Letteralmente persa e piangi, piangi tanto sai? Perché le cose belle non le vedi, non le riesci a vedere, a ricordare... E anche se il tempo passa, e tutti ti dicono che il tempo guarisce tutti i mali e il dolore passa, ti posso assicurare che non passa, si modifica, ma resta li...come in sospeso e ti assale quando meno te l'aspetti. Quando sei in compagnia di tanta gente, in un contesto leggero, divertente e spensierato e di colpo ti abbassi gli occhiali da sole e ti volti perché gli occhi si sono riempiti di lacrime e la voce ti si spezza.

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