mercoledì 21 maggio 2014

L'ultima notte....

Nel fare un trasloco rimane sempre una certa amarezza. Se non sofferenza quando questi è forzato. Nel mio caso non esiste forzatura, ne obbligo. E' una libera scelta, voluta e cercata. Ma stanotte, l'ultima in questa casa è una notte diversa. Non fosse che domani alle 6 la sveglia è impietosa me la passerei sveglio. Sorseggiando un bicchiere di vino, fumando "qualche" sigaretta, ascoltando la mia musica, steso sul letto...
come ho fatto tantissime volte..
Perchè in effetti non è la mia casa che lascio, ma la mia camera da letto. Nulla di malizioso. Nulla da raccontare sotto forma di epiche avventure. Tanti piccoli brandelli di solitudine vissuti in quello che è stato il periodo peggiore della mia vita.
Solo.
Nessun lavoro, le mie figlie lontane nonostante la vicinanza geografica, persone che mi volevano bene che non riuscivano a riempire completamente un senso di inutilità e solitudine nonostante l'impegno. In quelle settimane, anzi mesi ho imparato molto però. Anche una stanza così piccola, così restrittiva ha saputo darmi delle indicazioni su ciò che volevo essere e su ciò che non volevo diventare. Ho passato momenti particolari, come molti forse. Ma io ho vissuto i miei e so cosa sono stati. In vero, per quanto mi venga spesso detto che so, scrivendo, raccontare le mie emozioni, non credo sia capace di farlo fino in fondo. Non si può descrivere la solitudine interiore.
La si può solo provare.
E sconfiggere. Come ho fatto io.
Ho pensato di tutto, anche le cose più brutte. Ho capito perchè il vicino di casa che ogni mattina ci saluta sorridendo, nella sua intimità desideri non svegliarsi più senza che noi ce ne rendiamo conto...

ho annegato i pensieri nell'alcol e scoperto che sanno nuotare benissimo. 
Ho scoperto che l'amore di una donna, l'affetto di un amico non sono nulla di più di un bicchier d'acqua a metà strada tra una duna e l'altra di un deserto, se non li si sa apprezzare.. Certo oggi, che questo momento è solo un pallido ricordo certi colori cupi hanno ora tonalità pastello..Sono guarito una mattina d'estate, guardandomi allo specchio. Sembrerà retorico ma l'uomo riflesso non ero io. Mi sono vestito, lavato e sbarbato, cosa che non facevo da giorni. Sono andato a vedere un saggio di danza di mia figlia, in un angolo, solo. E mi sono emozionato nel vederla danzare felice. Ho incontrato un uomo che oggi è il mio datore di lavoro e nemmeno sa quanto mi ha aiutato. Ho ricominciato a vivere e soprattutto a desiderare di farlo. Spesso mi viene chiesto perchè mi batto in certe situazioni, siano sociali o politiche.
Perchè ho conosciuto quei momenti. Credo.
A nessun uomo si dovrebbe togliere l'amore verso se stesso.
La speranza.
So cosa vuol dire mangiare due volte in una settimana o non essere libero di fare delle scelte.
L'ho imparato sulla mia pelle.
Quando oggi ceno al ristorante, senza guardare la carta e i suoi prezzi, semplicemente scegliendo ciò che desidero, anche se posso sembrare solo, sono in verità circondato da tutto l'amore di questo mondo. Il mio. Me lo concedo raramente, proprio per il rispetto che ho verso chi non può permetterselo. ma ogni tanto mi regalo un momento tra me e me. E' bellissimo quando siamo insieme noi due. Mi sembra ieri, sono passati tre anni...una vita.
 Un'altra vita.....

Grazie a Massimo, Cristian, Carletto, Corrado e Laura..
presenze di allora, spesso inconsapevoli e silenziose..
e soprattutto a mia madre, mio angelo

lunedì 19 maggio 2014

eh già caro mio.....

Potrei definirmi portatore sano di difetti, per il gran numero di cui sono possessore..
mai pensato il contrario..
ma proprio perchè li conosco e mi conosco, so anche quali non mi appartengono
Un difetto che non mi appartiene è l'ambiguità, intesa come 

Non c'è una sola persona al mondo a cui ho fatto un complimento, un elogio, un incoraggiamento e che non stimassi
probabilmente è semplice coerenza, schiettezza o franchezza.
molto più semplicemente è essere se stessi in un mondo ricco di
ipocriti.

Se non stimo una persona il massimo regalo che posso fargli è
ignorarla.
non mi interessa nemmeno sottolineare quanta poca stima possa avere.

Ignoro. Punto.

Mi ritengo superiore a certe bassezze, sempre e comunque

IO

sono abituato a metterci la faccia.
Soprattutto, però, sono abituato dire ciò che penso, anche rischiando di sbagliare.

E ci metto la faccia.
IO.

Che è questa, sempre la solita, che può non piacere, ma non si traveste a seconda delle situazioni
da pagliaccio o da acrobata, da domatore o da presentatore.
Io al circo preferisco andarci da spettatore, pago il biglietto e osservo.
Ad altri lascio lo show.
Ma non sempre si può pretendere di scegliere 
 prima o poi a tutti tocca esser dalla parte di chi applaude, come di chi è applaudito.
Di fischiare o esser fischiato.
E' una ruota...



Vesti la giubba, 
la faccia infarina, 
la gente paga e rider vuole qua 
e se Arlecchin 
s'invola Colombina, 
ridi pagliaccio 
e ognun t'applauudirà. 
Tramuta in lazzi lo spasmo e il pianto, 
in una smorfia il singhiozzo e il dolor, 
ridi pagliaccio 
sul tuo amor infranto, 
ridi per quel che t'avvelena il cor!





giovedì 15 maggio 2014

Abbracci...

Quando sono particolarmente stanco, come lo sono stasera,
ho un mio modo di coccolarmi..
una sorta di auto abbraccio
apro la doccia e mi lascio il getto alle spalle...
nel vero senso della parola.
calda, li in mezzo alle scapole..
musica accesa, sigaretta in bocca
spesso lasciata consumare così, senza nemmeno tirarla..
ogni tanto amo strafare..mi porto in doccia un bicchiere.
un dito di whisky affogato nel ghiaccio.
viziato e vizioso..
in mezzo a quei vapori chiudo gli occhi e rimango li
magari mezz'ora, quaranta minuti..
dovreste provare..un box doccia diventa uno spazio immenso.
I pensieri scivolano via, spesso confusi. 
a volte quel getto d'acqua calda mi pare un acquazzone tropicale..
sembra quasi di esser nella foresta amazzonica..
mancano solo i piranha..(per fortuna)
quelli no, nella doccia non ci sono..
quelli sono fuori...

p.s. ovviamente nella foto non sono io;
lo si nota dalla mancanza di sigaretta e bicchiere..

mercoledì 14 maggio 2014

Non ci sono più i giovani di una Volta...





Devo dire che frequentemente mi trovo d'accordo con una frase che sento spesso usare
(e abusare, mi vien da dire..)
"non ci sono più i giovani di una volta"
il fatto è che son d'accordo con questo concetto, meno sul significato per cui viene espresso
A parte che è di per se banale ed ovvio..
i giovani di una volta siamo noi che non lo siamo più. 
si invecchia, è fisiologico..
ma forse è il concetto stesso che è vecchio ancor di più. 
non ci sono più i giovani di una volta vorrebbe intendere che quelli di una volta erano migliori.
ma se così fosse, essendo quegli ex giovani i genitori dei giovani di oggi, anzichè delle sentenze, dovremmo porci delle domande.
se quei giovani erano tanto perfetti, come hanno potuto generare dei giovani tanto imperfetti?
forse la soluzione sta nel mezzo..
i giovani di oggi non sono peggio di come eravamo noi:
sono diversi.
Tutto qua...
e lo sono perchè la società è cambiata e con lei anche le persone.
Sono cambiati i giovani ma sono cambiati anche i non più giovani che dovevano educarli
ma che soprattutto dovevano essere l'esempio...
pretendiamo sempre da qualcuno che faccia qualcosa di migliore, ma siamo sicuri che abbiamo le credenziali adatte per pretenderlo?
vogliamo figli ordinati e studiosi, educati e rispettosi
che apprezzino i sacrifici che facciamo e che si guadagnino qualsiasi cosa:
lo smartphone, come i vestiti, il 50€ per l'uscita o per ricaricarsi il telefonino..(salvo premiarli sempre e comunque..."perchè io alla sua età non potevo permettermelo e non voglio che mio figlio provi le stesse cose")
ma pretendiamo che lo facciano semplicemente perchè "..ai miei tempi, se no, erano calci nel sedere(ma quando mai..)"...
ma i miei tempi non ci sono più, sono cambiati.
meglio farsene una ragione..
A 16 anni io passavo le vacanze scolastiche lavorando...
se oggi mia figlia volesse lavorare avrei dei problemi a trovarle qualcosa da fare..
anzi, faccio io stesso fatica, pur essendo privilegiato da un contratto a tempo indeterminato..
a 25 anni mi son comprato la mia prima macchina..
oggi mi son fatto fare quattro preventivi per fare l'assicurazione...
son cambiati i tempi...siam cambiati noi
ma pretendiamo che non siano cambiati i giovani..
e se li troviamo diversi, ci arrabbiamo
qualcosa non torna...
siamo il Paese del dito puntato verso i politici ladri,
salvo poi "non mi serve la fattura" per risparmiare qualche euro..
e non venite a dire che è così per via della crisi..è così da sempre. Siamo italiani...
Non sono i giovani di una volta che sono cambiati..
siamo noi, i giovani di una volta, a non esser più gli stessi...
tutto qua...
spero solo che i giovani di oggi ci usino come esempio per essere da grandi ciò che noi siamo stati da giovani...
I hope....al posto di I have a dream
siam messi bene...

lunedì 12 maggio 2014

Girovagando






Girovagando sul web mi sono imbattuto in una notizia:
pare che un 26enne abbia sporto denuncia verso tre donne..

Il tipo, dai racconti della polizia, pare stesse facendo autostop 
nella regione meridionale del Bulawayo, nello Zimbabwe.

Le tre "malintenzionate", dopo averlo sedato, l'avrebbero stuprato più volte..

Come spesso mi accade, quando qualche notizia mi incuriosisce, ho googlizzato per scoprirne un pò di più e ho scoperto che:

quel che è successo pare non sia un caso isolato ma frequente in quella zona
lo Zimbabwe nonostante non sia bagnato dal mare non sia così male
la lingua largamente usata sia l'Inglese

il resto ve lo dico quando torno....




sabato 10 maggio 2014

TU.....

Oggi è il 10 maggio...
34 anni fa facevo la Cresima: una delle giornate più imbarazzanti
della mia vita.
Ricordo la tensione, generata inizialmente dal parroco che mi aveva fatto il catechismo, Don Angelo:
"studiate perchè il Vescovo vi interroga"
Panico...
Poi ci ha pensato mia madre, scegliendomi il vestito. 
Ai miei tempi c'era una certa sobrietà e la cresima si effettuava in abito e seduti nelle prime file, alternandosi con il proprio padrino. Il mio vestito era
Bianco.
Bianco, magari possiamo dire color panna? Per me, in mezzo a quel mare di completi blu il mio era BIANCO
Ricordo benissimo l'indice puntato del vescovo quando decise di chiamare sull'altare quattro ragazzi, due maschi e due femmine..Tu, tu, tu e poi......tu
Ecco quello dopo i puntini ero io. 
L'ultimo, quello che aveva già ricevuto i tre tuffi al cuore precedenti, quando stava sperando di scamparla...
TU
mentre uscivo dai banchi, avviandomi verso l'altare, mi ero ripetuto i sacramenti, i dieci comandamenti e tutto quanto potessi temere mi chiedesse..
una volta arrivato sull'altare speravo almeno che l'ordine fosse lo stesso, così da capire il tipo di "interrogazione" mi dovessi aspettare...
Invece no. Chiesti i nomi fece l'esatto contrario: parti da me.
Tu
 mi disse appoggiandomi una mano sulla spalla che per un undicenne terrorizzato era una gogna tremenda, dimmi un pò...(pausa..credo di due secondi, a me sembrò eterna)
"vuoi bene a Gesù?"
EH????
TU Vescovo, 
vieni fino al mio paese, mi indichi con quel dito indice (che poi si chiama indice perchè indica, in effetti non è così grave), mi fai salire su un altare che mai era stato così grande per me, undicenne terrorizzato da mesi di catechismo che si era studiato i 
7vizicapitali10comandamentiNomidegliapostoliechinehapiùnemetta
per chiedermi se voglio bene a Gesù???????
ho subito la vergogna degli sguardi dei miei compagni al mio abito panna che per me era bianco
per chiedermi se voglio bene a Gesù???????
Come sia finita credo sia ovvio..non c'è notizia negli archivi ecclesiastici di nessun bimbo che nel giorno della sua Cresima sia salito su un altare per dire a un Vescovo che non amava Gesù...
quella che nemmeno c'è negli archivi è la fotografia di un bimbo deluso che alza lo sguardo,osserva un vescovo con espressione mista a perplessità e risponde...
ABBASTANZA...
Fabri-Vescovo 1-0


giovedì 8 maggio 2014

Pensieri Distratti....

Spero di non urtare la sensibilità di molti amici, oggi tristi, attoniti, ancor che arrabbiati per la scomparsa di Elena, una ragazza che non posso certo definire amica, ma che conoscevo bene. E il ricordo del suo volto e del suo sorriso mi è vivo come se fosse di fronte a me. Ma chi mi conosce (davvero) sa bene quale sia il mio rapporto con la morte. Io non ho paura della morte. Ho altre paure, soprattutto riferite alle persone che amo. Ma non della morte.La considero una delle tappe della nostra vita. 
L'ultima mi verrebbe da dire. La penultima, o la prima di una nuova vita dicono i credenti. Io che la fede non dico di averla persa, ma diciamo accantonata in attesa di comprensione, ho con la morte un rapporto di rispetto. Non credo che tolga qualcosa. Certo toglie la presenza di una persona a cui abbiamo voluto bene, rispettato o anche solo marginalmente conosciuto. Ma la morte in se regala anche attimi di meditazione interiore profondi, per chi sa ascoltare il proprio cuore. Quando succede mi capita di desiderare che non sia accaduta per i cari della persona scomparsa, per rispetto della loro sofferenza profonda. Ma non ho questa dote miracolante. Come nessuno d'altronde. Ho ho però una cosa che abbiamo tutti nel cuore..Si chiama pietà. Mi resta solo un senso di rispetto e ringraziamento verso la persona. Per ciò che mi ha lasciato. Per i ricordi che mi legano a lei. E' successo poche settimane fa andando a "trovare" i miei nonni al cimitero. Mi è successo il 29 Aprile con il mio fraterno amico Mimmo, così come mi è successo una settimana fa, ricordando che fosse passato già/soltanto un anno dalla partenza di Beppe. Mi rimane oggi per Elena, troppo giovane si dirà per morire. Ma senza voler scomodare Nietzsche e la filosofia io tendo a dividere la reazione umana immediata da quella che interiormente provo. Immediatamente, ogni qualvolta mi viene data una notizia come questa, istintivamente penso alle cose belle di quella persona. Non lo so perchè. Lo è da sempre, da quando bambino (era l'agosto 1980) sognai la mia bisnonna che mi venne a salutare. ricordo perfettamente quel sogno. Pochi giorni dopo i miei genitori vennero a prendermi, a Marina di Massa, dove ero in colonia. Sulla via del ritorno, passata in silenzio per quasi tre ore, ci fermammo ad Arona, scesi dalla macchina con mio padre per un gelato. Ricordo perfettamente che voltandomi vidi mia mamma che aveva gli occhi gonfi. Preso il gelato mio padre mi disse "devo dirti una cosa". "La nonna Bi (cosi la chiamavo) è morta" risposi io.."come lo sai?" "me lo ha detto Lei". Non ero triste. Ero arrabbiato perchè non mi aveva aspettato. Non era malata, poteva anche aspettarmi, che diamine...ripensandoci a oltre 30 anni di distanza, credo che sia stato allora che ho smesso di aver paura della morte. Ora per me è solo una centrifuga di sentimenti, che svariano dalla rabbia alla gioia. Sembrerà folle. Magari fantasiosa come ricostruzione, ma giuro che è ciò che è stato e ciò che è il mio rapporto con la morte. Una forma di silenzioso, a volte nemmeno troppo, rispetto reciproco. Sembrerà strano, ma mi ritrovo spesso a immaginare "il mio giorno". Non so quando, ma vorrei che fosse un giorno di pioggia e che apparisse il sole uscendo dalla chiesa (si lo so può sembrare teatrale, ma sfido chiunque a desiderare un finale anonimo. Anche il più umile). Vorrei che non ci fosse una sola persona che piange, ma solo persone che siano state felici di conoscermi. Chi non ha avuto stima di me, vorrei che se ne stesse a casa. rispetto la disistima, non l'incoerenza. Il giorno che morirò vorrei anche solo una persona, mi basta una sola, che abbia un pensiero delicato come oggi ho avuto io sapendo di Elena, tramite un social network. Che non era mia amica, ma mi ha lasciato il suo sorriso come ricordo e il suo modo di sistemarsi gli occhiali con l'indice. Lei, come Mimmo, come Beppe...ma anche come caio, tizio e sicuramente anche sempronio in ognuna delle persone a cui hanno lasciato qualcosa non moriranno mai....
Io, beh io ci sto lavorando...ma datemi ancora tempo però....ho i miei limiti. Mal che vada vi lascio il mio blog...



Non vi è rimedio per la nascita e la morte, salvo godersi l'intervallo
Arthur Schopenhauer 



mercoledì 7 maggio 2014

la differenza tra domanda ed offerta..

Mancano meno di venti giorni alle elezioni e in quasi tutti i proclami politici risalta la parola LAVORO.
Tutti parlano di come migliorare l'offerta di lavoro, ma nessuno si è posto il problema della Domanda..

Ma esiste davvero questa impellente domanda di lavoro?
o meglio:
a parte chi lo ha perso, chi ha superato i quarant'anni e si sentiva più vicino alla pensione salvo scoprire che così non è, a parte chi è precario e/o cassintegrato
...esiste davvero la domanda? perchè sarebbe più facile occuparsi di dare risposte se si conoscessero le domande. 

E' da sempre così.

Lo era a scuola, quando facevamo gli esami, lo è persino a quiz duello quando ti chiedono di che colore è la bandiera del Botswana (ve lo dico io: celeste con una banda stretta orizzontale bianca e nera. State qui, non andate su google), figuriamoci quando l'argomento è il lavoro. 

Mi pongo questa domanda, in verità volutamente provocatoria, perchè ricordo quando adolescente finivo il Liceo e per tre mesi andavo in Toscana a lavorare in una cartiera. 
Tre mesi a 10 ore al giorno, vita in albergo, paghetta al sabato e stipendio versato a mia madre a 400 km di distanza...

Mi sentivo uomo, libero e indipendente. E ricco.

Certo non avevo due Iphone come ora, ma semplicemente perchè ancora la mela era semplicemente un frutto allora, al massimo il problema era se sbucciarla, mica la cover..

Altrimenti me lo sarei guadagnato, sudato e, ovviamente, comprato.

Oggi guardo questi ragazzi, il cui massimo problema è se essere iphonisti o samsungiani (che già detta così mi fa pensare ai miei telefilm di fantascienza, non fosse che il titolo era "Spazio 1999"), se lo spritz è meglio con l'Aperol o con il Campari e se il bicchierino di vodka che stanno bevendo si chiama shortino o shottino (dopo un certo orario è semplicemente shshsh, con la esse impastata e l'acca muta...)

Non vorrei sembrare troppo duro con questa generazione di ventenni.

Ma se in piazza a manifestare per un lavoro ci sono miei coetanei o più vecchi, se di politica non parlano perchè "fa tutta schifo" (il che può essere vero, ma lasciamelo dire ammè che qualche voto Ad minchiam l'ho dato in 25 anni e non a un ragazzino nemmeno è in età per votare al Senato e che di Storia si accontenta del 6 perchè "tanto farò informatica"), se al sabato sera li vedo sfiniti su un marciapiede dai moijto, mentre i genitori si fanno una pizza solo l'ultimo sabato del mese, qualche domanda me la pongo.

Io.

Poi liberi di pensarla come la si vuole.

Ma ai miei tempi,
(si sono nostalgico e allora???)
se non volevo più andare a scuola sapevo quale fosse l'alternativa e soprattutto qualche domanda me la facevo. 

Non serviva se le facessero altri per me.
Mi diranno che sono fermo a vent'anni fa?
magari.....risponderei

in conclusione: manca lavoro, c'è poca offerta, posto da chi viene la domanda, trovata la soluzione.
Facile.
Mi tocca lavorare....
Ho capito: la domanda è di chi è la colpa...
la risposta, ancora più semplice:
Nostra......punto.



martedì 6 maggio 2014

prostituzione all'americana


Ancora una volta gli americani (intesi come statunitensi) si dimostrano un passo avanti a noi poveri italici.
Pare vada di moda la clausola pre matrimoniale..
In pratica succede così:
un marito va a prostitute...
spende un tot di soldi
(da 100 euro in su, a seconda della qualità della prostituta)
la moglie lo scopre, lo caccia, divorzia e si appella a una clausola pre matrimoniale 
e per colpa si fa dare 
un milione.
Ora però mi chiedo:
chi è la prostituta?

lunedì 5 maggio 2014

...ripassando dal via...

il 21 maggio trasloco...
sarà la mia ottava casa in quasi 45 anni.
Poche?tante? non saprei nemmeno io
La prima ero neonato ed è durata pochissimo.
la seconda l'ho vissuta nei week end, quando mia madre tornava dalla settimana lavorativa.
Il resto del tempo l'ho passato con i miei nonni, nel paese dove poi avvenne il terzo trasloco.
E il quarto, a 50 metri, in un appartamento più grande. 
In fondo ho dovuto aspettare il quinto, sposandomi, per percepire un minimo di cambiamento. 
Anche se non fu un trasloco vero e proprio. 
Traslocai io soltanto..
Il sesto fu a 20 metri in linea d'aria, nella casa che avevo costruito. 
Li fu il vero cambiamento, ma neanche in quel caso fu un trasloco. 
Era tutto nuovo, mobili compresi.
Il settimo fu a casa di mia madre, in una nuova casa, quando mi separai. 
Forse fu il più traumatico. Anzi senza forse.
E poi c'è questo, che non ho ancora ben percepito. 
Un ritorno al paese natio, in una casetta più piccola e con giardino.
Anche se in coabitazione. Una ruota che gira e ritorna al punto di partenza.
Mi sembra di aver giocato a monopoli per quarantacinque anni
E sono ancora qui. 
con gli stessi soldi (pochi) e con una casa non mia.
Che gioco strano la vita.....
vabbè..butto i dadi ancora una volta e vediamo...



domenica 4 maggio 2014

le "tre" facce della stessa medaglia

Ieri sera è andata in onda sugli schermi italiani, ma anche su quelli di 25 paesi collegati da tutto il mondo, uno spaccato di questo paese.
Una partita di calcio che nel pomeriggio si trasforma in un regolamento di conti, una serata iniziata con gli ultrà che quella partita non volevano si giocasse...
poi Genny 'a carogna, capo ultrà figlio di un camorrista, da il suo benestare e si comincia.
Non prima che un Vigile del Fuoco venga ferito ( a proposito, non erano i Pompieri gli unici a meritare rispetto dalle curve?) e che le telecamere Rai mostrassero bimbi in tribuna attoniti e spaventati.
Dopo di che il tocco all'americana dell'inno nazionale cantato da Alessandra Amoroso, ovviamente fischiato, se no che figura ci facciamo...eh già. 
poi la partita, con le autorità presenti e già immemori di tweet appena buttati in pasto alla plebe, di sdegno ovviamente, sorridenti e tifose. 
Presidente del Consiglio, presidente del Senato, presidenti vari di Lega, FIGC ecc..
tutti li a guardarsi una partita che si è giocata perchè l'ha deciso Genny....
E poi la premiazione finale, con annessa invasione di campo (immancabile ovviamente)
Ha vinto il napoli, questo è certo...
Chi abbia perso un pò meno..
Abbiamo perso in tanti...abbiamo perso un pò tutti.
Ha perso chi ha puntato il dito cercando i colpevoli
Ha perso chi arringa la folla con una maglietta che inneggia a un assassino
Hanno perso quegli stessi governanti che dovrebbero far rispettare uno stato di Diritto e sono rimasti al loro posto fino al triplice fischio finale...
Ha perso il calcio, che ancora una volta ha dato il peggio di se...
Abbiamo perso noi, tutti, che domani ci dimenticheremo, ancora una volta, di quanto squallido è stato lo spettacolo che abbiamo dato al mondo...
che vergogna...quanto siamo tristi e stupidi

sabato 3 maggio 2014

l'invisibile della porta accanto...

Ieri sono andato a fare la spesa. 
Davanti a me, in fila alla cassa, una signora di una certa età.
Ben vestita, curata nel filo di trucco che si era messa;
l'avevo già incrociata davanti al banco della carne.
Aveva domandato se la salsiccia fosse ancora in offerta e sentendosi negare la possibilità aveva lasciato il posto.
la vedo pagare le due/tre cose che ha davanti a se. 
Sono solo pochi euro, apre il portafoglio, ul bursin come diceva mia nonna, e conta le monetine che ha per arrivare alla cifra giusta.
Ci mette una vita ed alza lo sguardo e mi guarda, quasi a volersi scusare.
La osservo con un sorriso e le dico "faccia pure, ho tempo"
Dietro di me un pancione un pò cafonazzo sussurra un "io no"
Gli basta il mio sguardo per tacere. A volte so esser convincente.
Non mi aveva colpito la lentezza della signora, ne la sua età. 
Mi aveva colpito il fatto che, aprendo il portafoglio, involontariamente, mi aveva permesso di vedere che nello scomparto delle banconote ci fosse un cinque euro.
ho pensato e sperato:
1 ha paura dei ladri, meglio uscire con il minimo indispensabile
2 la pensione non era arrivata
3 li avesse nascosti nello scomparto interno
4 mi fossi sbagliato
5 questo paese cambiera.....

giovedì 1 maggio 2014

..sei libero di fare ciò che voglio...


Volevano che il mondo cambiasse
volevano cambiare il modo di governare il mondo
volevano cambiare chi governava il mondo
volevano cambiare chi viveva 
nel mondo
volevano cambiare il modo di cambiare
il mondo
si dimenticarono
di cambiare
e tutto rimase come prima...peggio di prima


PROBABILMENTE NO