mercoledì 7 maggio 2014

la differenza tra domanda ed offerta..

Mancano meno di venti giorni alle elezioni e in quasi tutti i proclami politici risalta la parola LAVORO.
Tutti parlano di come migliorare l'offerta di lavoro, ma nessuno si è posto il problema della Domanda..

Ma esiste davvero questa impellente domanda di lavoro?
o meglio:
a parte chi lo ha perso, chi ha superato i quarant'anni e si sentiva più vicino alla pensione salvo scoprire che così non è, a parte chi è precario e/o cassintegrato
...esiste davvero la domanda? perchè sarebbe più facile occuparsi di dare risposte se si conoscessero le domande. 

E' da sempre così.

Lo era a scuola, quando facevamo gli esami, lo è persino a quiz duello quando ti chiedono di che colore è la bandiera del Botswana (ve lo dico io: celeste con una banda stretta orizzontale bianca e nera. State qui, non andate su google), figuriamoci quando l'argomento è il lavoro. 

Mi pongo questa domanda, in verità volutamente provocatoria, perchè ricordo quando adolescente finivo il Liceo e per tre mesi andavo in Toscana a lavorare in una cartiera. 
Tre mesi a 10 ore al giorno, vita in albergo, paghetta al sabato e stipendio versato a mia madre a 400 km di distanza...

Mi sentivo uomo, libero e indipendente. E ricco.

Certo non avevo due Iphone come ora, ma semplicemente perchè ancora la mela era semplicemente un frutto allora, al massimo il problema era se sbucciarla, mica la cover..

Altrimenti me lo sarei guadagnato, sudato e, ovviamente, comprato.

Oggi guardo questi ragazzi, il cui massimo problema è se essere iphonisti o samsungiani (che già detta così mi fa pensare ai miei telefilm di fantascienza, non fosse che il titolo era "Spazio 1999"), se lo spritz è meglio con l'Aperol o con il Campari e se il bicchierino di vodka che stanno bevendo si chiama shortino o shottino (dopo un certo orario è semplicemente shshsh, con la esse impastata e l'acca muta...)

Non vorrei sembrare troppo duro con questa generazione di ventenni.

Ma se in piazza a manifestare per un lavoro ci sono miei coetanei o più vecchi, se di politica non parlano perchè "fa tutta schifo" (il che può essere vero, ma lasciamelo dire ammè che qualche voto Ad minchiam l'ho dato in 25 anni e non a un ragazzino nemmeno è in età per votare al Senato e che di Storia si accontenta del 6 perchè "tanto farò informatica"), se al sabato sera li vedo sfiniti su un marciapiede dai moijto, mentre i genitori si fanno una pizza solo l'ultimo sabato del mese, qualche domanda me la pongo.

Io.

Poi liberi di pensarla come la si vuole.

Ma ai miei tempi,
(si sono nostalgico e allora???)
se non volevo più andare a scuola sapevo quale fosse l'alternativa e soprattutto qualche domanda me la facevo. 

Non serviva se le facessero altri per me.
Mi diranno che sono fermo a vent'anni fa?
magari.....risponderei

in conclusione: manca lavoro, c'è poca offerta, posto da chi viene la domanda, trovata la soluzione.
Facile.
Mi tocca lavorare....
Ho capito: la domanda è di chi è la colpa...
la risposta, ancora più semplice:
Nostra......punto.



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