domenica 10 maggio 2015

io e la mia mamma....una lunga storia d'amore.









La mia mamma è proprio bella. 
Tutte le mamme sono belle. 
Ma la mia è proprio mia. Solo mia.
Da quasi 46 anni siamo io e lei. Lei ed io. 
La mia mamma mi ha dato tutto. E lo ha fatto gratis...
Come tutte le mamme. Però questa è mia ed è la più bella.
Come un bambino, anche ora che sono, ormai, un uomo di mezza età trovo un piacere
enorme nel dire quelle due parole tutte d'un fiato:
la miamamma...
quella sequenza di lettere emme che riempiono la bocca ed il cuore.
E di dire capricciosamente "è mia!!"
Quel continuo infinito desiderio di guardarla e dirle grazie.
E chiederle scusa per ciò che sarei potuto essere e non sono stato.
E ancora quel grazie per amarmi nonostante, proprio, non sia ciò che avrei potuto essere.
Ma lei mi vuole bene lo stesso.
Lo so.
Lo sento.
Ed io non posso amarla diversamente di come l'amo.
Totalmente.
Perchè la mia mamma è proprio bella. Ed è proprio mia.
E l'ho avuta gratis.
Mentre lei, in un certo senso, ha sempre dovuto pagare un prezzo per poter essere mamma.
Ma da 46 anni è "lamiamamma"
ed io il suo bambino...
Un po' cresciuto....ma sempre bambino


venerdì 1 maggio 2015

Per andare avanti, a volte, serve fermarsi....


Non si dice No all'expo in questo modo.
Che senso ha?
La violenza genera solo violenza e schifo.
Per certa gente provo solo sdegno.
Sono contrario ad un Expo che ti serve cibi in piatti di plastica in nome del "facciamo conoscere il pianeta".
Sono contrario a trivelle in Val Susa.
Ieri e domani.
Oggi sono solo contrario a questa gentaglia.
Sono contrario alla violenza ma oggi vorrei che li caricassero di legnate.
E prego Dio, quel Dio in cui ho smesso di credere anni fa, che non mi tocchi mai vedere in televisione scene del genere e riconoscere le mie figlie in mezzo a quei degenerati.

Non è quello per cui le ho messe al mondo e i valori che ho provato a insegnare loro. 
Ho schifo.

Schifo e vergogna per la deriva che stiamo prendendo.
Siamo la metà del mondo che si reputa civile ed invece siamo solo bestie.
Bestie contro bestie.
Andremo alla ricerca di colpevoli che saranno sempre diversi da noi.
Ma alla fine se non cambiamo il nostro modo di pensare ed agire saremo sempre e solo TUTTI
colpevoli...
Tutti sapevano che sarebbe successo. 
Ma abbiamo pensato ad una copertina anzichè scrivere le pagine di un libro che è parte della nostra storia.
Che sia Genova o Milano, Roma o Torino la musica è la stessa e chi la suona pure.

A volte ho paura di pensare che non ne usciremo più da questo vortice...

mercoledì 18 febbraio 2015

..rispetto prima di tutto...



Dieci giorni fa sono tornato ad allenare. 
Una squadra giovane, un'avventura impegnativa sotto molti aspetti e con tanti punti interrogativi.
Gruppo che non conoscevo, società che non conoscevo,
Lavoro già iniziato da un altro.
Stimoli che non ero sicuro di scavare dentro abbastanza da fare un lavoro come avrei voluto.
Ho fatto un paio di telefonate, ho chiesto consigli. Ed ho sentito anche l'allenatore "uscente".
Dopo la telefonata con lui, sistemate un paio di cose a livello personale e lavorativo ho deciso di accettare.
E questa sera l'ho invitato a cena.
Una chiacchierata a quattr'occhi. Tra due persone che sono nel calcio da molto tempo (lui molto più di me).
Con leggerezza.
Mi sembrava e mi sembra una cosa normale. Forse no. Però mi andava.
In fondo se un uomo che ha dato molto tempo e molta passione a questo sport aveva deciso di fare un passo indietro, qualche turbamento l'aveva provato.
E questo non posso che rispettarlo. Ci sono passato anche io. 
Volevo, comunque, che percepisse che capivo il suo dispiacere, umano e sportivo. 
E poi sapevo che ne sarebbe uscita una chiacchierata piacevole e costruttiva. 
Non so quanti l'avrebbero fatto al posto mio. E neppure quanti avrebbero accettato il mio invito immediatamente, come lui ha fatto.
So, però, che con stupore e piacere ho ricevuto dalle sue mani un'agenda:
"qui ci sono cinque mesi di allenamenti, considerazioni al termine delle partite e mie riflessioni. Se ti può essere utile..."
Quante persone sono in grado di dare in mano alla persona che ti sostituisce in una mansione, il proprio lavoro?
Non molte credo.
Ho accettato con piacere, Lusingato. Indipendentemente dal contenuto. 
Il gesto rendeva prezioso ciò che conteneva. A prescindere.
Ed ovviamente lo leggerò.
Il suo " se una persona può fare qualcosa con questo gruppo, quella persona sei tu" di dieci giorni fa mi era sembrato un complimento esagerato.
Questo dono ancora di più. 
Ed è uno stimolo ancora maggiore ad impegnarmi per finire il suo lavoro. 
Probabilmente, anzi sicuramente, con metodi diversi,
Non necessariamente migliori. Diversi.
Ma i miei metodi.
Per me e per lui.
Grazie C.
Lezione numero uno recepita: nella vita bisogna avere rispetto, onestà e dignità.

dedicata a chi vive di invidie, perchè vivono proprio una brutta vita...

mercoledì 28 gennaio 2015

..neanche posso dare la colpa al ciclo...




A tutti, chi più chi meno sono capitati dei periodi strani. 
Periodi in cui senti di non avere certezze.
Se non la certezza di non avere, appunto, certezze.
Momenti in cui non ti senti più fragile o più confuso.
Triste o infelice.
Semplicemente, per usare un classico, "non sai più da che parte sei girato".
È come se ti sentissi marinaio su un veliero, di quelli leggeri leggeri, che sembra debbano colare a picco per un nulla, mentre tu, invece, sei nel mezzo della tempesta del secolo.
Sballottato da un lato all'altro della nave.
Un respiro ed una golata d'acqua salata che si alternano, mentre tu sbatti un po' di qui ed un po' di la.
Ti aggrappi all'albero maestro, quello che hai dentro di te ed aspetti che finisca. 
E quando tutto si è calmato, vedi una terra ferma e ti avvicini, scendi finalmente e ti verrebbe voglia di inginocchiarti e baciare la sabbia, come neanche Colombo saprebbe fare meglio, senti un borbottio ed un rumore sordo: il terremoto!
E si ricomincia a ballare.
Ed allora cerchi altro conforto e corri e corri.
Fino a finire il fiato in gola.
Ecco io sto ancora correndo.
E manco so dove vado.
C'è di buono che ogni tanto hai un amico che ti chiama, perché vuole festeggiare con te un lieto evento.
Ed una pizza ed una chiacchierata sono un ottimo time out.
Tanto lo so che da domani la terra tremerà ancora, il mare farà cavalloni come mai si sono visti ed io dovrò correre. 
E correre. 
Ma dove c@##o vado non lo so nemmeno io. 
Che periodo....
non ho mica più l'età per tutte ste corse, io...

domenica 18 gennaio 2015

...che barba....

Ultimamente mi succede spesso di lasciare crescere un po' di barba.
Non troppa, ma neanche poca. 
A volte per pigrizia, altre per un'istintiva voglia di evitare lo specchio.
Non è questione di auto stima. 
Ho realizzato che il pormi davanti allo specchio per radermi, mi mette di fronte al'unica persona il cui sguardo sa leggermi dentro.
Puoi fingere molte cose, lo puoi fare a molte persone.
Ma a quell'uomo che ti guarda dallo specchio non puoi fingere un sorriso se non hai voglia di farlo.
Non puoi rispondere un "bene, grazie" quando vorresti rispondere altrimenti.
Non puoi mettere il silenzioso e non rispondere a quello sguardo che dallo specchio ti entra dentro.
Ed in questi giorni ho tutto, fuor che voglia di guardarmi negli occhi...
In verità ho imparato, ultimamente, a radermi sotto la doccia. 
Niente specchio..ma nemmeno un risultato così ottimale.
E mi tocca lo stesso un passaggio veloce allo specchio per un ritocco.
Ma almeno ho ridotto i tempi, ed ho imparato a sopportarmi.
Oggi ne ho meno del solito, ma ho anche più barba del solito.
Dai, su..mi armo della faccia tosta dei giorni migliori e mi alzo.
vado a farmi la barba...provo a contarmi quattro balle...
Io contro me. La sfida inizia. 
O continua....

domenica 11 gennaio 2015

SUSHItando pensieri sparsi

Andare a mangiare, da solo, al giapponese ha un qualcosa di speciale e diverso ogni volta. È bello osservare, nel brusio ovattato dell'ambiente, gli altri commensali. Non mi è ben chiaro cosa spinga queste persone a venire in questo locale. Alcune sicuramente sono spinte da curiosità. Qualcun altro pensa sia fico, una maniera più fashion ed alternativa. Fa un po' glamour, sotto certi punti di vista. Altri, come il sottoscritto, ci vengono semplicemente per piacere: piacere nei cibi e nel modo di prepararli. E chi se ne frega se il resto, dal proprietario ai camerieri, sono cinesi. Lui no. Lui, quello che tagliuzza e prepara sushi e sashimi è certamente giapponese. Ha la stessa faccia di quel soldato a cui nessuno aveva detto che la Seconda Guerra Mondiale era finita e, per anni, era rimasto a difesa della sua piccola isola nel Pacifico. Ordino, e osservo la "fauna" intorno a me. La mia posizione, in fondo alla sala, spalle al muro e 180 gradi di visualità, libera da ostacoli, mi facilita. Di fronte a me una coppia che non faranno i miei anni messi insieme. Lui, capello fino al culo, liscio, felpa nera e anello enorme al dito sembra una rock star. Coatta. Ma una rock star. Lei, minuta, anche fine, lo ascolta sparare minchiate generaliste sul mondo del lavoro con sguardo estasiata. Probabilmente non hanno mai lavorato in vita loro, a giudicare dalle mani. Ma lei ha, dalla sua, l'alibi degli occhi a forma di cuoricino, almeno. Lui no. E secondo me non sa una cippa nemmeno di rock. Di fianco a loro, a pochi centimetri (siamo tutti vicini qui. Le distanze sono minime. Da lì capisci che nn sei in un ristorante cinese. La Cina è grande) un'altra coppia: mezza età, elegantemente vestiti. Lei curata e ben truccata. Lui anche. Però senza trucco. Lei parla e lui ascolta. E ogni tanto guarda l'orologio. È teso. Si vede. Butta di continuo l'occhio sull'Iphone appoggiato sul tavolo, mentre cerca di dimostrarsi interessato alle chiacchiere di lei. Poi lo vedo sorridere. Mi viene un dubbio ed apro la mia App. Juventus-Inter 1-0. Tevez. Ora ho capito. Spero per lui non lo capisca lei. A sinistra una tavolata di sei persone. Tre ragazzi ed altrettante ragazze. Stanno ordinando. Al solito c'è quella/o che nonostante sul menù, di fianco al piatto, abbiano messo foto e descrizione chiede cos'è. C'è quello/a che al solito chiede "ma tutto tutto a 20€? Cioè io mangio finchè ho fame e pago così? Ci sarà il trucco!!" e poi c'è lei. Immancabile. Ed è sempre una lei. Quella che, con aria snob, a volersi dare un tono ed un'aria esperta, dice quella frase che mi urta lo stomaco più di un destro di Mike Tyson: "per cominciare prenderei del sushi". Quale? Quanto? Una vaga idea di cosa differenzi un piatto dall'altro non ce l'ha. È riuscita alla terza volta a fissarsi in testa la differenza tra sushi e sashimi. Ma adesso è pronta. Ora può definirsi "di casa". Secondo lei, almeno. Il ragazzo di fianco a lei è, credo, il suo giusto castigo. Carino anche se pasciuto, faccia da datemenacofanadecarbonara arriverà a casa, si toglierà le scarpe e mentre lei dirà il classico "abbiamo mangiato bene, vero?", lui risponderà un "si amore, benissimo. Mi faccio uno stuzzichino e arrivo a letto". Ho finito di mangiare. E mi bevo un caffè. E mi sento, in fondo, uguale a tutti loro. Sapevo cosa mangiavo, sapevo perché lo mangiavo, ma alla fine non ho resistito, da buon italiano, al caffè a fine cena. Avevo tenuto duro con il pane però. Che sti cazzo de giapponesi che non mettono il pane a tavola....