Potrei definirmi portatore sano di difetti, per il gran numero di cui sono possessore..
mai pensato il contrario..
ma proprio perchè li conosco e mi conosco, so anche quali non mi appartengono
Un difetto che non mi appartiene è l'ambiguità, intesa come
Non c'è una sola persona al mondo a cui ho fatto un complimento, un elogio, un incoraggiamento e che non stimassi
probabilmente è semplice coerenza, schiettezza o franchezza.
molto più semplicemente è essere se stessi in un mondo ricco di
ipocriti.
Se non stimo una persona il massimo regalo che posso fargli è
ignorarla.
non mi interessa nemmeno sottolineare quanta poca stima possa avere.
Ignoro. Punto.
Mi ritengo superiore a certe bassezze, sempre e comunque
IO
sono abituato a metterci la faccia.
Soprattutto, però, sono abituato dire ciò che penso, anche rischiando di sbagliare.
E ci metto la faccia.
IO.
Che è questa, sempre la solita, che può non piacere, ma non si traveste a seconda delle situazioni
da pagliaccio o da acrobata, da domatore o da presentatore.
Io al circo preferisco andarci da spettatore, pago il biglietto e osservo.
Ad altri lascio lo show.
Ma non sempre si può pretendere di scegliere
prima o poi a tutti tocca esser dalla parte di chi applaude, come di chi è applaudito.
Di fischiare o esser fischiato.
E' una ruota...
Vesti la giubba,
la faccia infarina,
la gente paga e rider vuole qua
e se Arlecchin
s'invola Colombina,
ridi pagliaccio
e ognun t'applauudirà.
Tramuta in lazzi lo spasmo e il pianto,
in una smorfia il singhiozzo e il dolor,
ridi pagliaccio
sul tuo amor infranto,
ridi per quel che t'avvelena il cor!
la faccia infarina,
la gente paga e rider vuole qua
e se Arlecchin
s'invola Colombina,
ridi pagliaccio
e ognun t'applauudirà.
Tramuta in lazzi lo spasmo e il pianto,
in una smorfia il singhiozzo e il dolor,
ridi pagliaccio
sul tuo amor infranto,
ridi per quel che t'avvelena il cor!
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