mercoledì 23 aprile 2014

When I was young...

Stasera osservavo dei ragazzini allenarsi correndo dietro a un pallone..e mi sono rivisto alla loro età. 
Durante la settimana, vista l'assenza di mia madre per lavoro, vivevo con i miei nonni.
Ma nel week end tornavo a casa, in un paese limitrofo al mio.
Non avevo molte conoscenze.
Non era il mio paese, non ci andavo a scuola e a parte i pochi vicini di casa non conoscevo nessuno.
Ma di fronte casa, dall'altra parte della strada c'era il campo sportivo.
Mi ricordo i pochi ciuffi d'erba e le porte di legno, i pali quadrati.
E il mio pallone.
Con lui correvo avanti e indietro.
Imitavo la voce di Bruno Pizzul, telecronista Rai della nazionale e dribblavo avversari immaginari, calciavo in porta, segnavo o mi disperavo per un errore di centimetri.
A volte, quando il gol era bello, ma proprio bello, mi voltavo verso la tribuna ed esultavo a braccia aperte, come i miei idoli di allora.
Mi sembrava quasi di sentire il boato del pubblico estasiato.
Quello era il mio calcio.
Non c'erano Xbox o Playstation. Non c'erano Sky e Caressa. 
C'ero io, il mio campo, il mio pallone..c'erano gli avversari e c'erano i tifosi.
Per chi mi vedeva dal di fuori, potevo sembrare nella migliore delle ipotesi un simpatico folle.
Nella peggiore un bambino solo.
Ma non ero solo.
Mai mi sono sentito solo in vita mia.
Non lo ero quando andavo a scuola accompagnato da mia nonna e mi chiedevano dove fosse la mia mamma.
Ne lo ero quando rincorrevo quel pallone.
La prima era nel mio cuore, il secondo nella mia testa.
Ero un bambino fortunato.
Anche senza la playstation avevo molte più cose di molti bimbi di oggi.
In fondo, non mi è nemmeno servito arrivare a 45 anni per scoprirlo.
Era tutto li davanti a me....e il pubblico applaudiva ad ogni mio gol.
E mia mamma qualcuno di quei gol, son sicuro che se lo è anche visto da dietro la tenda della cucina.....
Lo sapevo, ma non potevo farmi vedere sbirciare..
dovevo rimanere in partita..

Nessun commento:

Posta un commento