venerdì 25 aprile 2014

I binari della vita...


Questa volta non voglio parlare di me.
questa volta la protagonista è un'amica (mi ha autorizzato lei a definirla tale, anche se la nostra conoscenza è puramente virtuale) e il libro che ha scritto...e che consiglio a tutti di comprare (bastano pochi euro, due pacchetti di sigarette o poco più, su internet)
non sono un lettore accanito, per lo meno di libri. 
Ma quando conobbi su facebook Liana mi colpì la sua educazione, ancor più della evidente simpatia e intelligenza. Un giorno mi scrisse un commento "cambio profilo, se hai piacere mi trovi qui" e mi linkò il suo nuovo profilo personale..
Perchè? A parte qualche scambio di commenti, simpatico, nulla più, in fondo non ci conoscevamo. Riconobbi una grande forma di educazione e rispetto e mi incuriosì. Oltre a solleticare il mio ego (in fondo se mi faceva una richiesta simile, mi apprezzava per ciò che virtualmente ero). Andai a vedere chi fosse nelle info (ho tanti amici, spesso accetto e prendo persone senza nemmeno sapere nulla di più di un nome) e poi su Google e non so come scoprì che aveva scritto dei libri. Tra i tanti mi colpi uno:
 "I binari della vita". 
Per sei mesi lei,  cesenate laureata in pedagogia era stata a contatto con i clochard, i poveracci..hgli straccioni per alcuni. E ne aveva ritagliato uno spaccato veramente intenso. Qualche sera fa le ho chiesto se potevo fare di lei un post e con la stessa semplicità mi ha risposto "se ti va, certamente". Ecco stasera voglio che per un attimo chi mi legge scenda un pò a quel livello.
Che non è il più basso della scala sociale.
Per me il livello più basso è rappresentato da chi finge che non esistano. In un paese sempre più povero, di valori e contenuti, ma anche e soprattutto dal punto di vista economico, il libro di Liana Fadda traccia un sottile limite tra ciò che siamo e ciò che sono quelle persone. oggi sempre più sottile.
Domani ognuno di noi potrebbe fare la stessa fine. Per mancanza di lavoro, per abbandono sociale, per un rifiuto che la società di oggi ha verso le persone in difficoltà. quindi grazie alle tante Liana che non temono di sporcarsi le mani riportando a galla ciò che affonda. la differenza tra l'essere più poveri e l'essere più ricchi a volte non è dovuta alle banconote che abbiamo in tasca, ma dal grado di invisibilità che abbiamo verso gli altri..
grazie a questa Liana che è amica mia.
E mi fa sentire un pò meno..Distratto


Da "I binari della Vita" , Liana Fadda, Ed. Buca 18
prefazione:
"Gli passiamo accanto con indifferenza,  a volte nemmeno  ci accorgiamo di loro, altre, siamo infastiditi dalla loro inquie- tante presenza,  dall’odore che emanano,  dal sudiciume che impregna i loro abiti e persino dal fatto che esistono. Li chiamiamo vagabondi, barboni,  senzatetto,  homeless, clochard, quasi volessimo celare a noi stessi che sicuramente,  un tempo, ognuno di loro – l’«esercito degli invisibili» – possedeva un nome e un cognome  e, soprattutto, una dignità.
Ma chi sono gli homeless?  Sono tutti  coloro che non possiedono un luogo dignitoso in cui vivere, coloro le cui condizioni sono al di sotto della soglia che può essere considerata  sufficiente  per vivere decorosamente in una determinata comunità.  È però quasi impossibile determinare quanti siano veramente, perché  i barboni sono in continuo movimento,  e in alcune nazioni,  in aumento. Non possiedono una casa in cui vivere, non hanno un domicilio, si spostano senza sosta alla ricerca di qualcosa  che a volte è vita, altre volte morte  e degrado."


di seguito potete trovare Liana Fadda, libri
per sei mesi tra i clochard



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