Dieci giorni fa sono tornato ad allenare.
Una squadra giovane, un'avventura impegnativa sotto molti aspetti e con tanti punti interrogativi.
Gruppo che non conoscevo, società che non conoscevo,
Lavoro già iniziato da un altro.
Stimoli che non ero sicuro di scavare dentro abbastanza da fare un lavoro come avrei voluto.
Ho fatto un paio di telefonate, ho chiesto consigli. Ed ho sentito anche l'allenatore "uscente".
Dopo la telefonata con lui, sistemate un paio di cose a livello personale e lavorativo ho deciso di accettare.
E questa sera l'ho invitato a cena.
Una chiacchierata a quattr'occhi. Tra due persone che sono nel calcio da molto tempo (lui molto più di me).
Con leggerezza.
Mi sembrava e mi sembra una cosa normale. Forse no. Però mi andava.
In fondo se un uomo che ha dato molto tempo e molta passione a questo sport aveva deciso di fare un passo indietro, qualche turbamento l'aveva provato.
E questo non posso che rispettarlo. Ci sono passato anche io.
Volevo, comunque, che percepisse che capivo il suo dispiacere, umano e sportivo.
E poi sapevo che ne sarebbe uscita una chiacchierata piacevole e costruttiva.
Non so quanti l'avrebbero fatto al posto mio. E neppure quanti avrebbero accettato il mio invito immediatamente, come lui ha fatto.
So, però, che con stupore e piacere ho ricevuto dalle sue mani un'agenda:
"qui ci sono cinque mesi di allenamenti, considerazioni al termine delle partite e mie riflessioni. Se ti può essere utile..."
Quante persone sono in grado di dare in mano alla persona che ti sostituisce in una mansione, il proprio lavoro?
Non molte credo.
Ho accettato con piacere, Lusingato. Indipendentemente dal contenuto.
Il gesto rendeva prezioso ciò che conteneva. A prescindere.
Ed ovviamente lo leggerò.
Il suo " se una persona può fare qualcosa con questo gruppo, quella persona sei tu" di dieci giorni fa mi era sembrato un complimento esagerato.
Questo dono ancora di più.
Ed è uno stimolo ancora maggiore ad impegnarmi per finire il suo lavoro.
Probabilmente, anzi sicuramente, con metodi diversi,
Non necessariamente migliori. Diversi.
Ma i miei metodi.
Per me e per lui.
Grazie C.
Lezione numero uno recepita: nella vita bisogna avere rispetto, onestà e dignità.
dedicata a chi vive di invidie, perchè vivono proprio una brutta vita...
Vi meritate un applauso.
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